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The Darkest Sea

by Blessed Child Opera

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Blindfold 03:54
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about

Blessed Child Opera: “The Darkest Sea”

Durata totale: 39:21
Data di uscita: 21 ottobre 2013
Produzione artistica: Paolo Messere
Distribuzione: Audioglobe/The Orchard
Edizioni: New Model Label

Il DISCO
Di nuovo un’isola nel destino dei Blessed Child Opera. Tre anni fa era stata la Sardegna a ispirare le canzoni di “Fifth”, ora è la Sicilia l’epicentro creativo e produttivo di “The Darkest Sea”, il sesto disco della creatura di Paolo Messere. Quasi che l’insularità sia diventata per il musicista napoletano una condizione psicogeografica imprescindibile, guscio in cui ritirarsi per permettere a pensieri, emozioni e memorie sedimentate nel tempo di decantare e trasformarsi in musica.

Concepite nel dicembre 2012 vicino Trapani, con gli echi immaginati di percussioni e canti africani in lontananza e di fronte a un mare infinito e vagamente sinistro, e registrate/mixate/masterizzate in una sola (piovosa) settimana presso l’Eye & Ear Studio di Giuseppe Barbera a Fiumedinisi (ME), le dieci tracce di “The Darkest Sea” si susseguono tese e compatte, senza soluzione di continuità né cedimenti. Il sound è secco, diretto, privo di fronzoli, costruito sull’interazione tra acustica ed elettrica – suonate, oltre a Messere, dall’ottimo Carmelo Amenta - e sui saliscendi emotivi che la loro alternanza o convergenza crea. Esemplari in questo senso gli improvvisi squarci sonici posti nel cuore di I Had Removed Everything e In The Morning (I do upset the plans), ad interrompere una calma solo apparente; i lunghi finali, in catartico crescendo, di Misunderstood e Blindfold (un marchio di fabbrica dei BCO, i finali) o l’enfasi swansiana di I Look At You (but I already know your answer); così come il ripiegamento interiore sul finale di 45 Near The Sea, il “singolo” da cui è stato tratto il primo video nella ultradecennale storia della band, che sembra voler sciogliere la tensione in una rassegnata accettazione del dolore.

Per songwriting e pasta timbrica “The Darkest Sea” è forse il meno inglese e il più americano dei dischi dei BCO, i toni sono più minacciosi (quasi apocalittici) che malinconici, fatta eccezione per la delicata Friends Faraway; la base ritmica (alla batteria Marco Sciré) è solida e incalzante e la vocalità del leader più amara che in passato. Il consiglio è di ascoltarlo tutto d’un fiato. Per poi unirsi ai lunghi ed emblematici respiri cui Messere si lascia andare in coda a December Wind, traccia che chiude l’album sancendo l’ennesimo centro di un percorso artistico coraggioso e integro, noncurante di mode e trend del momento. A proposito di insularità...

BLESSED CHILD OPERA in tour
Non poteva essere più adatta la band deputata a trasferire sul palco, nell’imminente tour di novembre, l’intensità catturata in studio. Affianco a Paolo Messere (voce e chitarre ) ci saranno due pezzi da novanta del (post) rock venato di psichedelia, il ritrovato Olivier Manchion (Ulan Bator, Permanent Fatal Error, Faust, Damo Suzuki) al basso e Matteo Dainese (Il Cane, Ulan Bator) alla batteria. Completano ottimamente la line-up Francesco De Palma e Halldora Galldur dei The Crystal Session (dalla scuderia Seahorse), rispettivamente a chitarre/elettronica ed elettronica.
LINKS
messerep.wix.com/blessed-child-opera
foto: messerep.wix.com/blessed-child-opera#!form__map/c24vq
www.seahorserecordings.com/site/blessed-child-opera/
www.facebook.com/pages/Blessed-Child-Opera/164606697562
blessedchildopera.bandcamp.com

DISCOGRAFIA
Blessed Child Opera: S/T – Loud Dust Rec / Seahorse Rec. 2001
Blessed Child Opera: Looking After The Child , Seahorse Rec. 2004
Blessed Child Opera: Happy Ark, CNI, 2006
Blessed Child Opera: Soldiers and Faith, Seahorse Rec. 2008
Blessed Child Opera: Fifth: Seahorse Rec. 2011
Blessed Child Opera: The Darkest Sea , Seahorse Rec. 2013

RASSEGNA STAMPA DISCHI PRECEDENTI
FIFTH (2011)
“Perdonatemi l’ovvietà ma Fifth è un album da ascoltare riempiendosi man mano gli occhi di immagini: quelle di un paesaggio continuamente cangiante come quello ammirato dal finestrino di un auto” Riccardo Bandiera, Blow Up marzo 2011, 8/10
“Lo stile di Paolo Messere è inconfondibile. Sa prendere tanto dalla melanconica new wave inglese quanto dal più desertico rock a stelle e strisce, rielaborando i riferimenti con un’attitudine del tutto personale. Fifth mette in fila dodici canzoni che emozionano fin dal primo ascolto. Come nel caso di ‘Between Us’ e ‘I Will Find You’, tra le più belle mai scritte da Messere” Roberto Mandolini, Rockerilla febbraio 2011, 7/10 (intervista sul numero di marzo)
“Inserire nel lettore il nuovo disco dei Blessed Child Opera è un'operazione che si fa sapendo di andare sul sicuro. In oltre dieci anni di carriera, mai una sbavatura, mai una caduta di stile per la truppa agli ordini di Paolo Messere… Con un sound più compatto che in passato e alcune gemme di assoluto livello, Messere anche stavolta non sbaglia il colpo. La critica lo osanna da anni, perché il grande pubblico ancora non se ne accorge? Album del genere non vengono fuori tutti i giorni, almeno in Italia” Marco Pagliariccio, Ondarock, 7.5/10, “cresta dell’onda Italia” mese marzo

SOLDIERS AND FAITH (2008)
"Dei BCO impressiona soprattutto l'eleganza notturna, la scura grazia con cui folk e wave, acustico ed elettrico, duellano per poi unirsi senza alcuna forzatura. L'autunno perenne degli Early Day Miners ("Summer Waits"), lo spleen dorato dei Red House Painters ("A Couple of Smiles"), l'immancabile Drake ("Soldiers and Faith"), e l'ombra degli Interpol ("Do You Believe in Love?"), mostrano una band che si specchia senza compiacimento nel proprio talento e che sfoggia notevoli capacità nel confrontarsi e rielaborare con la necessaria personalità modelli tanto ingombranti.." (8) Carlo Cravero, Rumore
"Non ce ne voglia l'attivissimo Paolo Messere per il paragone che stiamo per fare: i suoi Blessed Child Opera, disco dopo disco, ci fanno venire sempre più in mente i Piano Magic. Attenzione: è un complimento.. Non di filiazione si parla quanto di una comune attitudine e di un eclettismo che, nello specifico, ci regale un songwriting sempre più ricco e incisivo... Canzoni come "Summer Waits", dall'incedere solenne e dolente, la martellante e wave "Do You Believe in Love" (che si mangia a colazione qualsiasi pezzo degli Editors, per dire), "A Couple of Smiles", folk fino al midollo e davvero splendida nella sua semplicità fatta di arpeggi e violoncello, sono la dimostrazione che qui si vola molto in alto... "Soldiers and Faith" non è insomma un disco italiano: continentale, ci pare l'aggettivo più appropriato". A. Besselva Averame, Fuori dal Mucchio
“I BCO si dimostrano sin dal titolo musicisti intensi. Le corde di chitarre, acustiche ed elettriche, insieme a trucchi ed effetti sonori piacevolmente variegati… disegnano ballate avvolgenti e cupe, vicine in spirito agli algidi panorami wave che impazza(va)no nelle classifiche critiche 2007, ma senza vacue stilizzazioni. Le canzoni son ben scritte ma è il suono a catturare l’ascoltatore e rendere l’album qualcosa di più del solito disco indie italico.. Canzone d’autore rock e tesa” (7) M. Sideri, Blow Up

HAPPY ARK (2006)
“Avremmo potuto cominciare questa recensione parlandovi di chi i Blessed Child Opera li ha costruiti, fortemente (e)voluti e sostenuti, con un gran lavoro e una dedizione paragonabile solo al rapporto che lega un padre al figlio: quel Paolo Messere già negli Ulan Bator e nei Silken Barb che dal 2000 spende sudore e lacrime per far crescere questa sua particolarissima idea di alternative country. Avremmo potuto rubare due minuti del vostro tempo per raccontarvi dell'opera precedente pubblicata dal gruppo, quel Looking After the Child che a suo tempo raccolse consensi unanimi pressoché ovunque. E invece finiamo a parlare della musica, anche perché quella di Happy Ark lascia davvero a bocca aperta. Una successione di puntuali rallentamenti sospesa tra country e crooning, malinconici paesaggi wave e scenari desertici: una formula stridente nelle intenzioni ma placida nei toni, cesellata da inserti strumentali raffinati e soluzioni ricercate negli arrangiamenti…” 7.4/10 Fabrizio Zampighi, Sentire & Ascoltare

LOOKING AFTER THE CHILD (2004)
Cercate Looking After... e poi domandatevi: quanti album migliori avete ascoltato nell'ultimo periodo in quest'area? Un'area che è poi quella della più scura canzone d'autore americana: Black Heart Procession, Sophia, ma soprattutto i Red House Painters più acustici di Ocean Beach. I B.C.O. vengono da Napoli: li guida Paolo Messere (ex Ulan Bator e Silken Barb). Il loro debutto uscì qualche anno fa in tutta Europa, una faccenda alla Will Oldham. Bissano ora con la neonata e concittadina etichetta Seahorse ed è una partenza col botto. Il gruppo ha compiuto passi da gigante: un disco suonato benissimo, dove soprattutto il suono delle chitarre non teme confronti coi paragoni più illustri (i Radiohead di OK Computer). Cercatelo, perché sono dischi così che aiutano chi li pubblica e la scena che gli sta intorno. 4 su 5 solo perché il prossimo album potrebbe essere un capolavoro assoluto” Rossano Lo Mele, Rumore
BIOGRAFIA
Blessed Child Opera è un progetto nato nel 2001 dalla volontà di Paolo Messere sull’onda delle sue precedenti esperienze musicali: quella come cantante e chitarrista della noise band Silken Barb (un disco su Free Land Records di Catania, distr. Wide, ottimi riscontri di critica e un importante riconoscimento nel libro “Post Rock” di Eddy Cilia e Stefano Isidoro Bianchi); e quella con la famosa band francese Ulan Bator, con cui Messere partecipa, in qualità di chitarrista e tastierista, ai tre tour di promozione dell’album “Ego Echo”.
Dopo queste importanti esperienze Paolo Messere decide di formare i Blessed Child Opera, dando finalmente voce e forma ad una delle sue principali fonti d’ispirazione: la canzone d’autore d’oltreoceano. A pochi mesi dalla nascita i BCO realizzano il loro primo s/t album sotto la supervisione artistica di Amaury Cambuzat degli Ulan Bator. L’album esce dopo poco tempo in America per la Loud Dust Recordings/BMI e riceve consensi entusiastici - le recensioni parlano di post folk - da parte della stampa specializzata italiana e straniera.
Durante il 2003 la formazione dei BCO assume connotati più classicamente rock. A Paolo Messere (chitarra e voce) si affiancano Enzo Onorato (chitarre), Raffaele Di Somma (basso, ex Silken Barb) e Claudio Marino (batteria di 99 Posse, Bisca, E’ Zezi). Nel novembre 2004 esce il secondo album della band, “Looking After The Child”, e il risultato è straordinario, tra spigoli post-rock, malinconie folk e influssi mitteleuropei. Nell’album sono presenti ospiti di rilievo provenienti dal mondo della classica contemporanea: Marco Pezzenati (primo percussionista), Giovanni Giugliano (contrabbasista), Fabio Centurione (violoncellista) – tutti facenti parte dell’Orchestra del Teatro S.Carlo di Napoli - e il soprano Carmen D’Onofrio (ex cantante degli Argine e ora nei Maisie).
Dopo un ulteriore cambio di formazione che vede l’ingresso di Davide Fusco (Trees, Sleepless, Idiot Boy) alla batteria, Francesco Candia (Trees) alla chitarra e Michele Santoro (RUA) al basso, la band si prepara alla realizzazione del terzo album che vede la luce nel settembre 2006. Pur seguendo le orme del precedente, “Happy Ark” (questo il titolo del disco) rivela un taglio forse più accessibile al vasto pubblico sempre coniugato ad una febbrile attenzione per la qualità del suono e l’originalità delle composizioni. Ricorrono, e sono ancora più presenti, le collaborazioni con i musicisti di area classico / contemporanea citati in precedenza.
2008: i BCO concludono il loro quarto album e lo intitolano, con velato riferimento autobiografico, “Soldiers And Faith”. L’album, venuto alla luce dopo sei mesi di intenso lavoro su 11 nuove canzoni, registrato al Seahorse Studio da Paolo Messere e rimasterizzato a Vasto presso il Triangle Park Studio. Alle ormai consuete collaborazioni con i musicisti del teatro S, Carlo di Napoli, si affianca quella con uno spirito affine come Valentina Cidda, cantante dei Kiddycar, ma anche pianista, attrice, regista, scrittrice. Il disco esce per Seahorse Recordings ad Ottobre 2008 (distr. Goodfellas) e, come anche per il lavoro precedente, riceve il plauso della critica più attenta ed è coronato da un bel tour promozionale nei migliori club italiani dediti al rock indipendente.
2010: nuovo cambio di formazione per i BCO che tornano con un disco dal titolo inequivocabile: “Fifth”. Registrato e suonato quasi in solitudine da Paolo Messere in 3 studi differenti (in Sicilia, Sardegna e Toscana) e arricchito dalla collaborazione di Fabio Centurione (celli/violini), Luca Monaco dei Goose e Vincenzo Bardaro (batteria), Pericle Odierna (clarinetto), Antonio Sircana (piano/organio), Stefano Sotgiu (acustiche) e Valeria Sorce (voce), il disco uscirà per Red Birds / Seahorse Rec. il 21 marzo 2011 ed avrà distribuzione Audioglobe/IODA su tutto il territorio nazionale.
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Per interviste/ulteriori richieste/aggiornamento e booking:

www.wakeupandream.net / Marco Stangherlin
cell. 3497702287 / e-mail: marcostangherlin72@libero.it / skype: wakeupandream72

credits

released September 12, 2013

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